Bruxelles – Buona la seconda. Giornata intensa al Bundestag per Friedrich Merz, il leader dei conservatori tedeschi che ha rischiato di veder sfumare il suo sogno di una vita: diventare cancelliere federale. Dopo aver segnato un record storico (negativo) mancando l’elezione al primo scrutinio, il capo della Cdu ha portato a casa la votazione al secondo round, per il quale era ancora necessaria la maggioranza assoluta dei membri dell’Aula.
Ora è ufficiale: il decimo Bundeskanzler dal dopoguerra sarà Friedrich Merz. Il 69enne leader della Cdu è stato eletto oggi (6 maggio) dal Parlamento di Berlino al secondo scrutinio con 325 voti a favore, 289 contrari, un’astensione e tre schede nulle, cui si aggiungevano 12 assenti. Un esito che si pensava scontato (in quanto l’unico possibile in base ai risultati delle elezioni dello scorso febbraio), ma che fino al primo pomeriggio era parso pericolosamente in bilico.
In mattinata, i membri dell’assemblea avevano inferto un colpo gravissimo (e senza precedenti nella storia della Bundesrepublik) alla credibilità politica del leader cristiano-democratico, concedendogli solo 310 “sì” al primo scrutinio. Cioè sei in meno di quelli necessari nella 21esima legislatura, inaugurata a fine marzo, dove la maggioranza assoluta è fissata a 316 seggi sui 630 totali. Ma, soprattutto, 18 in meno di quelli della stessa maggioranza che Merz si appresta a guidare: una “grande coalizione” tra l’Union (la Cdu più la Csu bavarese di Markus Söder) e i socialdemocratici dell’Spd, che in Aula detiene 328 seggi.
Al voto di stamani sono seguiti attimi di shock generale, soprattutto tra i banchi dei futuri partner di governo, dove con ogni probabilità ci sono stati dei franchi tiratori durante il voto a scrutinio segreto. Ma l’emiciclo ha riorganizzato una seconda votazione nel giro di qualche ora, con il consenso di tutti i gruppi parlamentari.
Ottenuta l’investitura parlamentare, Merz farà avanti e indietro tra il Bundestag e il palazzo presidenziale: dopo essere stato formalmente nominato alla guida dell’esecutivo dal capo dello Stato, Frank-Walter Steinmeier, dovrà prestare giuramento sulla Costituzione in Aula, quindi tornare dal presidente per la nomina dell’intero gabinetto e poi nuovamente all’emiciclo per far giurare tutta la squadra di governo. Infine, raccoglierà il testimone dal cancelliere uscente Olaf Scholz e, a quel punto, la Germania avrà ufficialmente un nuovo esecutivo nel pieno delle sue funzioni.

Merz potrà quindi presenziare alla fitta lista di impegni istituzionali di cui è già piena la sua agenda per i prossimi giorni: domani sarà a Parigi e Varsavia per incontrare il presidente francese Emmanuel Macron e il premier polacco Donald Tusk, mentre giovedì presiederà a Berlino le cerimonie per l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale prima di recarsi a Bruxelles venerdì (9 maggio) dove vedrà i leader dei Ventisette e gli alleati della Nato.
I partner della maggioranza rosso-nera avevano raggiunto un’intesa sull’agenda di governo a inizio aprile, mentre giusto ieri era stata resa pubblica la lista definitiva della squadra di ministri. Neanche ventiquattr’ore fa, Merz aveva promesso “un governo forte” e “affidabile” per guidare la Germania “in tempi di profondi cambiamenti”. Di sicuro, il passo falso di stamattina non è un buon viatico per conservatori e socialisti, che si trovano di fronte una serie di sfide epocali per riportare in carreggiata la prima economia del Vecchio continente e recuperare a Berlino il suo tradizionale ruolo di leadership in Ue.
Warm congratulations, dear Friedrich Merz @Bundeskanzler, on your appointment as Federal Chancellor of Germany. Herzlichen Glückwunsch!
I am looking forward to our work together on an ambitions common European agenda.
Ich freue mich sehr auf unsere Zusammenarbeit für ein… pic.twitter.com/hTO0JfFums
— António Costa (@eucopresident) May 6, 2025
Mentre cominciano ad arrivare le congratulazioni dei leader europei e dei vertici comunitari, il capogruppo dell’AfD Bernd Baumann ha bollato come un “fallimento” la mancata elezione di Merz al primo scrutinio e ha osservato che “questo governo sta cominciando (il suo incarico, ndr) in maniera molto instabile e continuerà a rimanere instabile”.
Il partito guidato da Alice Weidel e Tino Chrupalla, che sarebbe stato l’unico ad avvantaggiarsi da un potenziale ritorno alle urne, è stato ufficialmente riconosciuto come “organizzazione estremista di destra” dai servizi federali di controspionaggio (BfV) lo scorso venerdì (2 maggio), a conclusione di un’indagine durata circa tre anni.