Bruxelles – “È una questione di legittimità democratica. Esamineremo tutte le opzioni, incluso chiaramente il ricorso alla Corte”. La presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, dà una prima indicazione sulla decisione che dovrà prendere entro il 21 agosto relativamente all’esclusione del Parlamento del processo legislativo per l’adozione del regolamento Safe, lo strumento da 150 miliardi per prestiti ai Paesi membri per l’industria della difesa.
Il nodo è l’utilizzo, da parte della Commissione europea, dell’articolo 122 del Tfue, che ha permesso a Ursula von der Leyen – appellandosi all’urgenza della situazione dovuta alla minaccia russa – di accelerare l’iter della proposta ed evitare il passaggio in Parlamento. Ma per Metsola – in linea con la valutazione della commissione giuridica (Juri) dell’Eurocamera che le ha chiesto esplicitamente di agire – “l’uso dell’articolo 122 come base giuridica per Safe non era necessario“. Anche perché, come dimostrato dall’approvazione a larga maggioranza di una risoluzione a supporto del piano di riarmo europeo, il Parlamento “non ha nulla da ridire” sul contenuto della proposta. “Anzi, lo apprezziamo”, ha affermato la leader Ue.
“Il mio compito è difendere il Parlamento europeo e tutti i deputati di ogni schieramento politico”, ha proseguito Metsola, sottolineando che la raccomandazione approvata dalla commissione Juri è stata presa all’unanimità e dunque “riflette il sentimento del Parlamento”.
Il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Ue verrà però eventualmente avviato nei confronti del Consiglio dell’Ue, e non contro la Commissione. Questo perché il responsabile della decisione di fare uso dell’articolo 122 è, da un punto di vista legale, il Consiglio, che ha adottato definitivamente il regolamento il 27 maggio scorso.